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Trapianti, quattro pazienti salvati

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/02/2020 18:16

Grazie a una catena di solidarietà da Bari a Torino

Quando la solidarietà supera ogni barriera. L'emergenza Coronavirus non ha interrotto una catena di donazioni di rene che, dopo essere partita dal Piemonte, ha attraversato due volte l'Italia, tra Veneto, Sicilia e Puglia, regalando una vita migliore a quattro persone in dialisi.  L'ultima è una torinese di 33 anni che ha ricevuto l'organo da una donna di Bari. Il meccanismo si chiama "crossover" (modalità incrociata) ed è stato studiato per permettere i trapianti nel caso in cui la donazione diretta tra persone legate affettivamente non sia possibile per ragioni di incompatibilità immunologica.

I dati relativi alle coppie con questo problema vengono incrociati a livello nazionale, cosa che rende possibile dei veri e propri 'scambi' nel segno dell'altruismo più genuino. La signora barese ha offerto il proprio rene in segno di riconoscenza perché il marito, a sua volta, ne aveva ottenuto uno.  "In questo momento di emergenza sanitaria - commenta Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti - la rete dimostra, ancora una volta, di essere unita dal Nord al Sud del Paese, al servizio di tanti pazienti".  La catena, che ha coinvolto tre coppie seguite in diverse regioni italiane, è stata attivata a novembre, quando il Piemonte ha donato un rene di una donna deceduta. L'organo è stato giudicato idoneo per un paziente a Padova, da dove c'è stata una donazione verso Palermo e da qui verso il capoluogo pugliese. Per ciascuna coppia i coordinamenti regionali trapianti e i laboratori di immunogenetica hanno determinato la compatibilità biologica. Il viaggio Bari-Torino (dove il rene è arrivato grazie al contributo della polizia) ha chiuso idealmente il cerchio.

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L'operazione sulla 33enne è stata svolta all'ospedale Molinette dai chirurghi vascolari Aldo Verri e Caterina Tallia, dall'urologo Giovanni Pasquale e dall'anestesista Andrea Pusineri. "Negli ultimi quattro anni - sottolinea il responsabile del programma trapianti renali della Città della Salute di Torino, Luigi Biancone - abbiamo quasi triplicato il numero dei trapianti di rene da vivente, e il crossover potrà dare ulteriore slancio. Nonostante l'attività notevole nel trapianto da donatore deceduto i tempi di attesa in dialisi restano lunghi e, oltretutto, il trapianto da donatore vivente ha funzionalità e durata maggiori. Ecco perché la generosità può essere così importante".  

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